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Visualizzazione dei post da 2018

Reboot

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Questa storia partecipa al Blogger Contest.2018   Una ad una, le gocce scivolano sobbalzando sull’oblò del furgone, ad imitazione di quelle che rigano il viso. Un sottile muro di lamiera è il confine che separa due universi opposti. Dentro, l’angoscia si alterna senza sosta al dolore, mentre l’anima si disgrega, fragile. Fuori, la pioggia si infrange crepitando nel fuoco indifferente, attorno al quale i ragazzi brindano alla giornata di arrampicata. I loro schiamazzi celebrano una realtà che ora mi è aliena e, dopo anni, eccomi di nuovo un estraneo. Sulle ultime luci cala il sipario della notte e porta con sé l’amara consolazione dell’oblio oscuro, concedendo una fugace tregua al tormento. Dura solo un istante, ed il grigio bagliore del cielo nuvoloso annuncia l’arrivo del giorno, nel silenzio irreale del campeggio ancora addormentato.  Lacrime dal cielo È tempo di avviarsi lungo il sentiero. Il profumo del muschio e le radici degli abe

La Magia in pericolo

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Articolo pubblicato on-line su:  https://www.up-climbing.com/it/boulder/news/35518 Crescono le preoccupazioni per la deturpazione di molte aree famose L’inciviltà e l’assenza di qualunque rispetto per l’ambiente e per l’etica stanno diventando sempre frequenti nel massificato mondo dell’arrampicata. Per fortuna, iniziano a sentirsi voci di protesta...   Magic Wood. Photo: David Mason Poco prima dell’estate,  David Mason  (climber, allenatore e fotografo di Sheffield) ha pubblicato sul sito  www.theprojectmagazine.com  un interessante contributo dal titolo molto evocativo:  “ Losing The Magic: The Need For Conservation”. Questo articolo è l’inevitabile conseguenza della situazione sempre più critica che caratterizza l'area di  Magic Wood,  un plateale esempio dei danni ambientali che l'arrampicata massiva può indurre. Una lettura suggerita a chiunque, boulderista o no. Facciamola breve. In occasione di una sua visita a Magic Wood, l’autore rimane sconcertat

Il crepuscolo degli idoli

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Articolo pubblicato on-line su: https://www.up-climbing.com/it/boulder/news/34122 Episodi di vita vissuta nelle moderne sale d'arrampicata... La solita serata in palestra. Lista dopo lista, un metro dopo l’altro, continua ininterrotta la maratona verticale di anni di allenamento. L’impalpabile nebbia creata dalla magnesite ricrea un pochino l’atmosfera dei vecchi e tanto amati scantinati, anche se mancano i topolini e i materassi marci e ammuffiti. Tra una battuta e l’altra ragazzi ben più giovani si allenano duramente e la serata sembra scorrere nella sua usuale routine. Improvvisamente una domanda tra le tante. “Raga a casa ho solo la sbarra. Che cosa posso fare per un po’ di addominali?”. “Fatti un po’ di esercizi come John Gill ” “John Gill? E chi cazzo è John Gill?!?!” Occhi sbarrati a X e gocciolina alla tempia, tra un emoticon e un personaggio da manga. Un istante di smarrimento, giusto il tempo per risvegliare il masochismo e azzardare un bel te

Uno sguardo dal passato al futuro

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Articolo pubblicato on-line: https://www.up-climbing.com/it/boulder/news/34299 Da SportRoccia alle Olimpiadi, come è cambiata e cambierà l’arrampicata? Un manifesto del passato per porsi qualche domanda sul presente e sul futuro...   Patrick Edlinger a SportRoccia85. Foto M. Scolaris In questi ultimi anni l’arrampicata ha iniziato un processo di rivoluzione che ha drasticamente modificato molte sue caratteristiche e ha ampliato gli orizzonti, avviandosi a diventare un cosiddetto “sport di massa”. Che questo processo stia procedendo grandi passi è sotto gli occhi di tutti, come dimostrato dal notevole aumento nel numero di praticanti e dall’impatto mediatico sempre maggiore di questa disciplina. Che sia un processo solo positivo per questa disciplina ai posteri l’ardua sentenza. Di certo alcune caratteristiche con cui possiamo descrivere qualunque cosa sia “di massa” nel mondo attuale sono: superficialità, culto dell’apparenza, consumismo, omologazione,

Valbond!

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Articolo pubblicato nell'introduzione della guida: Valbondione Boulder  Alla Ricerca del Misterioso Kadath 27 luglio 2015. 15 anni…15 anni sono passati da quando, in questo stesso letto in cui ora scrivo, riflettevo frustrato sull’ennesima giornata passata a tentare invano “La morte nera”. Un simbolo della valle dei mulini, la sua via più difficile allora… ma soprattutto il fascino di una via “dei vecchi tempi” con quel suo profumo mistico, gli aneddoti e gli episodi che rendevano quasi leggendaria la sua realizzazione…e che la rendevano una sorta di testimone, offerto alla mano della nuova generazione di arrampicatori a cui appartenevo. Un risultato mai raggiunto. Una delusione ancora più bruciante delle dita spellate dai tentativi; ma soprattutto la presa di consapevolezza di aver perso qualcosa negli anni…quell’entusiasmo, quella gioia e quella volontà che solo l’arrampicata sapeva darmi. La fine di una prima fase della mia vita di arrampicatore… No