Il Morbo - Bouldering a Sorrento




Sorrento, Agosto 2014. Sono le 7 di mattina. Silenzio…a parte il sordo rumore del ventilatore, la cui aria fresca mi sfiora il corpo e mi riporta lentamente alla realtà dopo questa notte tormentata. Guardo l’oblò del camper e la mia compagna addormentata…e ricordo… Sì, siamo a Sorrento: il mare, il sole, l’abbraccio caloroso di amici e parenti e di tutta una terra… così calda, così luminosa… lontana dal mio nord, dove quest’estate il freddo, la pioggia e le nuvole stanno togliendo luce e gioia a tutti. Che meraviglia, l’ideale per rilassarsi, recuperare forze ed energie e godersi la vita senza i pensieri dell’usuale vita quotidiana. Ma per me non è così…sono tormentato…è il morbo, che striscia subdolo e silenzioso. Mi tormenta mentre dormo. Mi punzecchia e mi sussurra all’orecchio nei momenti di silenzio. Come un’edera invisibile mi ha completamente avvolto e ormai la mia anima è sua schiava, serve solo a nutrirlo…da anni ormai, troppi per pensare che mi abbondoni e io guarisca. E comunque non voglio guarire.
Ovunque sono Il morbo scruta silenzioso il mondo che mi circonda. Dirige il mio sguardo dove si intravede un frammento di roccia, bisbiglia, sprona a cercare, a vigilare, a esplorare. E’ il morbo che mi ha portato a mettere un paio di scarpette, un sacchetto pieno di magnesite e una spazzola in quell’armadietto nascosto in camper, ed è il morbo che continuamente mi ricorda che sono lì. Da tre giorni, la sua voce incessante mi rimbomba nella testa…



Era una rilassante giornata di mare ai bagni della Regina Giovanna: scogli, il sole bruciante, il mare blu e profondo della costiera. Una breve passeggiata alla vicina Solara…ed ecco che il morbo si risveglia…Dormiva, annoiato e indispettito. Tanto valeva latitare…che mai poteva lui trovare nella penisola sorrentina?!?! Sì, meravigliose falesie, pareti sparse un po’ ovunque, anche a picco sul mare, e per la maggior parte ancora vergini e inesplorate. Ma da quindici anni il morbo si è modificato, spingendomi in continuazione e con avidità solo verso i brevi, intensi metri di qualche masso…e dove trovi massi in questo mare di calcare e tufo che sovrastano un mare d’acqua?! Ma ecco che alla Solara una secchiata d’acqua gelida l’ha risvegliato dal suo sonno distratto…e come un mastino da allora non mi ha più mollato.

Guardo l’orologio. 7:30. Basta, non può più aspettare: l’armadietto segreto si apre e in breve mi trovo sulla strada, a percorrere rapido quel chilometro o poco più che mi aspetta. Il campeggio riposa placido come i suoi visitatori e anche sulla strada in pochi si stanno spostando. Non incontro nessuno sulla discesa che porta ai bagni della Regina Giovanna, né sulla passerella che rapida mi conduce alla Solara. Il mare blu, ormai troppo abituato al caldo abbraccio del sole, si lamenta e fa i capricci;  vuole quel sole non ancora arrivato, mentre io invece spero che resti ancora lontano per un po’. Arrivo al ristoro della Solara e proseguo poco oltre…il morbo vibra ed esulta mentre riguardo i massi scoperti pochi giorni prima: su questa piattaforma rocciosa che declina nel mare sono sparsi una decina di solidi massi di calcare compatto. Il mare, il vento e la salsedine li hanno plasmati e compattati rendendo la roccia perfetta, sana ed aderente. Così invitante e inebriante che il morbo è ormai completo padrone del mio corpo e della mia mente, che passivi reagiscono ai suoi comandi. In breve le scarpette sono ai piedi e la magnesite da tempo celata rivede la luce del sole…una dopo l’altra diverse linee prendono vita su questi sassi, marchiate da innumerevoli macchie bianche: piatti, tacche taglienti, rovesci, traversi e ristabilimenti, strapiombi e placchette…in un’ora una quindicina di blocchi si materializzano, forse per la prima volta o forse no, chi lo sa!?! Il morbo esulta silenzioso e inizia ad essere appagato… mancano solo una mezza dozzina di linee sui primi massi vicini al bar…azz, ci vorrebbe un paratore, un crash…anzi più di uno per quel paio di progetti sullo strapiombo…Il morbo si placa; per oggi è sufficiente così…anzi, meglio lasciare qualcosa per la prossima volta, un pretesto per tenermi ancora schiavo, per spingermi ancora verso quella spiaggia, alla ricerca di quell’unica cosa che riesce a sfamarlo.
Non è ancora ora di tornare, il mare è meraviglioso con il sole che inizia ad illuminarlo e il tepore della mattina è qualcosa di unico a creare questo contesto magico. Un uomo sulla cinquantina fa la sua comparsa tra le rocce. Mi saluta e si sistema una ventina di metri verso il mare; si spoglia e completamente nudo si avvia per una nuotata rinfrescante. Già, dimenticavo…mi avevano avvisato che questa è anche la spiaggia dei nudisti!

Anche se non sono più solo non posso ancora andare via, ho bisogno di respirare ancora un po’ in questo luogo. Salgo in cima ad un masso che domina tutta la spiaggia e mi metto a meditare. Il morbo lascia un attimo le redini, per concedersi il suo meritato riposo e la mia mente torna libera di fluire e riflettere indisturbata. Ma che cosa ci faccio qui? Perché mai mi sono tanto esaltato per qualche sassetto poco degno di nota? Ma che senso ha esserci venuto? I blocchi più belli e duri di fianco al bar necessitano di almeno un paio di crash…cosa ci faccio solo con scarpette e magnesio? Resto frustrato ad ammirarli soltanto? Tanto valeva restare a letto a dormire…
Questi pensieri durano solo per un brevissimo istante prima di tornare consapevole…Sono qui perché amo arrampicare, perché il mio io ne è riempito, si sente appagato anche su questi piccoli massi e per cercare il suo appagamento, come benzina alimenta il fuoco della volontà e della determinazione. Per tutto questo non servono gradi e classifiche, non serve l’approvazione o lo stima di qualcuno. E’ una cosa dentro di te, intima e personale, che mai ti potrà essere tolta; la voglia di continua ricerca e creatività, di qualcosa sempre nuovo, di un’espressione libera e originale della propria passione in tutta la sua semplicità, senza il condizionamento di alcun giudizio o di schemi prestabiliti e standardizzati. Sì sono molto malato…anche per l’attuale mondo dell’arrampicata. O forse no…forse invece sono più malato quando il morbo tace, e l’entusiasmo cala. Non fa niente, va bene così; fortunatamente non sono il solo in questa situazione…perché non esiste cura per debellare il morbo. E so che, qui o là, molti altri sono infetti…e mi possono capire…




ACCESSO E INFORMAZIONI:
L’area della Solara si trova poco dopo Sorrento, in direzione di Massa Lubrense. Esiste probabilmente un accesso più diretto ma quello che ho utilizzato passa attraverso i bagni della Regina Giovanna, un luogo incantevole che merita comunque una visita ed un bagno. Oltretutto, sulla spiaggetta rocciosa proprio sotto il sentiero che porta alla Solara, raggiungibile sulla destra prima della passerella in legno, è presente un grosso masso di calcare che spunta dalla terra e che forma un lungo tetto fessurato. Ho liberato questa linea fino alla nicchia all’uscita del tetto nel dicembre 2017: God Save the Queen, 7A.



Da Sorrento proseguire in direzione di Massa Lubrense: subito fuori dal centro seguire la strada in salita per circa un km e mezzo, mantenendo la destra (direzione Massa Lubrense) all’incrocio che si incontra. Dopo poche centinaia di metri si arriva in corrispondenza di un distributore di benzina e di un bar sulla sinistra. Sulla destra, seguendo le indicazioni per i bagni della Regina Giovanna, parte una strada in discesa all’inizio della quale è possibile parcheggiare (a pagamento).  Proseguire a piedi seguendo la strada e quindi la stradina lastricata, che sul fondo si trasforma in un sentiero sterrato. Poco decine di metri dopo prendere la deviazione sulla sinistra (cartelli indicatori) che rapidamente scende al mare, dove parte una passarella in legno che porta ai bagni/bar della Solara (due minuti di cammino). I primi blocchi (massi 9 e 10), più alti e duri, sono visibili immediatamente di fianco al ristoro mentre gli altri sono poco oltre, adagiati sulla piattaforma rocciosa della spiaggia. A parte i bellissimi progetti sui primi due massi, che necessitano di qualche crash pad e non sembrano per nulla semplici, per il resto tutti i passaggi sono facilmente proteggibili e indicativamente di difficoltà massima di 6c.







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